Oggi su www.isolabenessere.com raccontiamo la storia di un ragazzo italiano rimasto bloccato in Florida. Leggete e condividete anche voi.
“Parlo a nome di 200 ragazzi circa che come me sono stati lasciati a piedi da Disney World e dalla propria società lavorativa a Orlando (Florida) senza più una casa garantita nè possibilità di rientrare in Italia. Fatelo girare se potete e volete aiutarci. Grazie. Windermere, FL Lunedì 13 Aprile 2020 Salve, il mio nome è Federico Arca ma poco importa di questo. Il mio messaggio deve essere portavoce per circa 200 ragazzi che come me lavoravano per il colosso “Walt Disney World” a Orlando, Florida: 140 di noi nel parco Epcot e i rimanenti 60 circa in Disney Springs, marketplace Disney. Sono un ragazzo di Pisogne, provincia di Brescia, mi sono trasferito qui lo scorso 12 settembre per un’esperienza di “rappresentanza culturale” in un ristorante di Disney Springs, con un visto Q1 di 15 mesi valido solo per il contratto con Patina Restaurant Group. Arriviamo al dunque, dopo lo scoppio del Covid-19 e le preoccupazioni legate alle situazioni dei nostri familiari in Italia siamo stati contattati dal nostro management aziendale, il quale gestisce anche i nostri rapporti con il residence dove viviamo “Venetian Isle”, e ci è stato comunicato che Disney aveva preso la decisione di chiudere i battenti ma di non allarmarsi: il nostro contratto sarebbe stato rispettato e saremmo stati comunque pagati 8.40$/h per 36 ore settimanali (ovviamente ci bastano a malapena per affitto e assicurazione, ci avanzano giusto 76$ a testa a settimana per fare parte della spesa ma va bene così, ringrazio per questo e non è di certo questo il punto..) e ci sarebbe stata garantita massima sicurezza nella nostra casa attendendo una futura riapertura… La settimana successiva a quella dello scoppio del virus anche negli Stati Uniti (a livelli alti) siamo stati nuovamente convocati dalla nostra GM la quale si è informata sulle nostre individuali situazioni e ci ha ribadito la nostra massima sicurezza negli appartamenti qui e di rispettare ogni misura di sicurezza preventiva fornendoci mirate indicazioni. Ha rincuorato pure chi nel frattempo si era allarmato e aveva cercato voli per tornare a casa dicendo loro “ho bisogno di voi quando riapriremo”. Due giorni fa, sabato 11 aprile, siamo stati convocati un’altra volta di fronte alla nostra reception. Questa volta il messaggio era ben diverso: “Disney World ha deciso di terminare ogni programma, dovete lasciare i vostri appartamenti entro il 18 aprile ed entro un mese gli Stati Uniti”. DIsney ci ha lasciato a piedi ed ora anche Patina Restaurant Group. La Farnesina sta lavorando per organizzare un volo per noi per tornare a casa, in via straordinaria, senza esporci al rischio di passare per New York: lasciate i vostri nominativi se siete interessati ecc. Gli unici voli PROGRAMMATI ad oggi per l’Italia partono da New York (principale focolaio americano del virus) e i prezzi sono dai 1800$ a salire NON-CONFERMATI per quanto riguarda la tratta Orlando-New York, garantiti per New York-Roma Fiumicino. Oggi ci è arrivata una mail dalla nostra referente del management Patina che dice che la Farnesina non organizzerà nessun volo “speciale” per Fiumicino, un volo privato per 200 persone costerebbe circa 400.000$ da dividere per 200 persone solo l’organizzazione di una tratta straordinaria dunque non voglio pensare agli altri costi. Ci verrà inviato un sussidio economico dall’azienda che probabilmente non coprirà nemmeno il costo di questo viaggio della speranza e in più “siamo invitati a cominciare a guardare siti e prenotare”. Il sito di “Delta” (unica compagnia per la tratta Orlando-New York) segnala che ogni volo è in overbooking o non confermato fino almeno al 19 aprile, noi dobbiamo lasciare casa il 18 mattina: siamo lasciati allo sbaraglio in una terra non-nostra in cui ci è stata pure tolta la casa che stiamo pagando fino all’ultimo centesimo. “Pronto ambasciata! E’ successo questo, questo e questo…come potete aiutarci?” “Noleggiate un’auto fino a New York, i voli da là partono”: Avrei voluto rispondere male, forse ci sarebbero da considerare un paio di piccoli imprevisti di percorso quali: 1) lockdown totale a New York 2) Numero di auto necessarie per rispettare le misure di sicurezza 3) Orlando-New York = 18h di viaggio circa se va tutto bene 4) costi eccessivi e mancanza di criterio: NON E’ UNA SOLUZIONE UMANA. Seconda telefonata “Pronto Alitalia, sto per prenotare questo volo, sul sito ha il codice XXXXXY mi confermate che è garantito?” “Salve, lei è sicuro che esista questo volo? Io dal sistema non vedo nulla.” Mi verrebbe da rispondere “signor Alitalia, se non è sicuro lei pensi a come mi sento io!”.
Chiedo solo che leggiate questo e che qualcuno (a questo punto non so nemmeno più chi!) mi permetta di tornare a casa o quantomeno a Roma! Sono stato cacciato dalla Florida durante un’esperienza che doveva essere la più bella della mia vita ma che si è trasformata in un incubo che al momento pare senza fine. Il mio appello deve essere per l’Italia, per la Mia nazione, che non voglio mi lasci in mezzo alla strada. Per favore, fate passaparola, siamo 200 ragazzi che NON hanno una possibilità FISICA di tornare al proprio paese. Grazie per l’attenzione Federico Arca