In vacanza ai tempi della Covida tra paure, voglia di libertà e qualche imprudenza

Il Coronavirus ha sfiorato anche le mie vacanze provando a ‘contagiare’ (per fortuna in senso metaforico) me, la mia famiglia e gli amici con un ritorno di ansia e fobia sociale. Sto trascorrendo le mie ferie a Terracina in un comprensorio che confina con il Lido di Enea chiuso due giorni fa dopo che una ragazza, rientrata dalla Sardegna con febbre e vari sintomi, è risultata positiva al Covid.

Noi che sulla spiaggia passeggiamo ogni giorno su e giù e che spesso entriamo nel Lido di Enea per prendere un caffè, l’abbiamo saputo appena accaduto perchè all’improvviso sono stati chiusi gli ombrelloni e i figli adolescenti che vivono praticamente lì dentro sono tornati sulla nostra spiaggia comunicandoci l’accaduto.

Inevitabile lo sconforto con vari livelli di reazione, come spesso accade. C’è chi si è subito allarmato e dopo due secondi ha inforcato la mascherina indossandola in spiaggia nonostante il solleone. C’è chi ha iniziato il tam tam tra gli ombrelloni rubandomi il mestiere di comunicatore (ma tanto sarei in ferie…) e chi ha fatto spallucce minimizzando. Una certa quota di persone si è limitata a raccogliere tutte le informazioni disponibili, a redarguire i figli invitandoli alla prudenza e si è messa in attesa di sapere se l’indomani sarebbe potuta tornare a prendere la crema di caffè al Lido di Enea.

Visto che sono in ferie, ho atteso questi due giorni prima di scrivere qualcosa perchè non è di fatti di cronaca che voglio parlarvi. La mia è piuttosto una riflessione e un disseminare dubbi dai quali far nascere una consapevolezza più profonda. Più o meno tutti ci siamo un po’ lasciati andare. Ci siamo presi una pausa dal lockdown non solo materiale ma soprattutto mentale. Abbiamo lasciato che il nostro cervello usasse la funzione ‘delete’ e ci facesse dimenticare – almeno per qualche giorno – tutto quello che abbiamo vissuto con l’emergenza Coronavirus.

Noi adulti e i nostri ragazzi ne avevamo bisogno, non c’è dubbio. E fortunatamente i dati ad inizio agosto incoraggiavano una certa leggerezza…. eppure la Covida – come è stata ribattezzata la voglia di divertirsi in questa estate post-Covid – sta presentando il suo conto. Cosa abbiamo sbagliato? E poi l’infodemia che è tornata prepotentemente alla ribalta già da giorni con il balletto di dati e i relativi commenti, sempre in armonica contrapposizione, degli esperti di turno, che effetto stanno avendo sul nostro clima vacanziero?

Quel poco di spensieratezza che qualcuno si era procurato ora è macchiata dalla paura di essere stato imprudente, di aver osato troppo e quindi di aver messo a rischio la nostra incolumità è quella dei nostri cari. Chi di noi ha continuato a seguire le precauzioni fondamentali (distanziamento sociale, mascherina e igiene delle mani) si sente in una ‘safe zone’ ma diciamo la verità: quando rivedi gli amici dopo un anno come questo, quando ti invitano ad una festa estiva all’aperto con musica danzante, quando si organizza una gita di gruppo e si finisce a cena insieme, quando si festeggia un compleanno felici di averla fatta franca contro il Coronavirus….ecco in tutte queste circostanze, considerando anche qualche bicchiere di birra o bollicine in più, adulti o ragazzi che siano, come si fa a distanziarsi? Come si fa a raccontarsi angosce, paure, lutti, amori nati o finiti durante il lockdown con la mascherina che ti sigilla le labbra?

Inevitabile che ci si conceda un po’ di flessibilità, che si inizi a pensare che una piccola eccezione in fondo non ci mette a rischio e magari è davvero così se solo avessimo un radar in grado di intercettare il virus e aiutarci a schivarlo….. Ma purtroppo non è così ed ecco che il Coronavirus torna tra di noi e incute nuovamente paura.

Che fare? Per molti di noi le ferie stanno finendo: vogliamo chiuderci in casa o in albergo per proteggerci da un eventuale contagio? Vogliamo terrorizzare i nostri figli per renderli più prudenti di quanto i loro 13 o 17 anni non farebbero? Vogliamo tenere distanti gli amici di ombrellone con i quali fino al giorno prima facevamo comunella? Ad ognuno la sua scelta perché a mio avviso non esiste quella giusta è quella sbagliata. A salvarci può essere solo il buon senso che però tende da tanto a scarseggiare. Buon senso significa che le tre regole-base vanno rispettate ma anche che cedere all’allarmismo non serve a nulla e anzi può fare danni anche molto pesanti (l’isolamento sociale ha acuito i casi di depressione). Buon senso significa anche godersi questi ultimi giorni di sole e di vita all’aria aperta perché siamo consapevoli che non dureranno e che davanti potrebbero esserci giorni più difficili. Buon senso significa iniziare SERIAMENTE a prendersi cura di se stessi curando la nostra alimentazione e considerandola come un ‘farmaco’ salvavita perché da anni la scienza ci dice che quello che mangiamo può cambiare il nostro microbiota, le nostre difese immunitarie e renderci quindi più forti e pronti a reagire agli attacchi dei virus.

Ecco stamattina sono ripassata in spiaggia al Lido di Enea: gli ombrelloni sono stati riaperti e la vita scorre come se niente o quasi fosse accaduto. Sotto gli ombrelloni c’è meno gente e qualcuno indossa la mascherina…. mi sento sollevata, ma anche un po’ stupita: tendiamo davvero a dimenticare in fretta, ma l’ombrellone della famiglia della ragazza Covid-positiva è rimasto chiuso e questo può servire a ricordarci di non abbassare la guardia senza necessariamente diventare fobici. È un equilibrio difficile, quello tra cautela e spensieratezza. Tra paura e imprudenza. Ma dobbiamo allenarci e imparare a starci su questo filo sottile soprattutto ora che i dato dei contagi stanno risalendo. Ora che stanno rientrando dalle vacanze milioni di italiani provenienti dall’estero o da altre regioni. Ora che dobbiamo ‘attrezzarci’ per la riapertura della scuola. Cerchiamo di mantenere lucidità, capacità di usare la testa e anche cuore nel rispetto dei tanti che sono morti e dei tantissimi operatori sanitari che ci hanno salvato. Respiriamo a fondo prima di scegliere se contribuire a tenere a bada questo dannato virus o fottercene perché finora non ci riguarda. Ma finora non è per SEMPRE.

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: